Z come Zavorra
Abbiccì Spettinato
Z come Zavorra
E chi non ce l’ha una zavorra? Almeno una. La zavorra è un peso, di cui possiamo essere consapevoli o no, e che ci portiamo addosso come se fosse qualcosa che ci appartiene. Ma come mai ci appartiene la zavorra? Ci appartiene come qualcosa che non abbiamo risolto, come qualcosa con la quale non ci siamo confrontati. Può far parte del passato, passato remoto, passato più recente. Può essere una gestalt o più gestalt non chiuse, quindi rimaste aperte, che richiama continuamente la nostra attenzione. Ognuno ha un cassetto che è ancora da aprire e, in quanto chiuso, è pesante. Perché non posso aprirlo o penso di non poterlo aprire. Chissà che cosa mi immagino. Allora questa immaginazione, che può essere legata sicuramente a dei vissuti passati, a dei pericoli temuti nel passato, si riproduce nel tempo presente. Ed è qualcosa di cui non riesco a liberarmi, o meglio, penso di non riuscire a liberarmi. Diversamente che cosa sarebbe? La nostra ombra, e la nostra ombra non pesa.
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